Bulgaria, la cattedrale comunista Buzludzha Monument abbandonata

Buzludzha (letteralmente “glaciale/gelido”) è una storica cima dei Monti Balcani in Bulgaria, alta 1441 m. Nel 1868 il Buzludzha fu il campo dell’ultima battaglia fra i ribelli bulgari guidati da Hadji Dimitar e Stefan Karadzha e l’Impero Ottomano. Qui sorge un maestosi monumento ricco di un tempo che fu, ma che oggi è troppo scomodo, si tratta del Monumento di Buzludzha, inaugurato nel 1981, che fu costruito sulla cima dal regime comunista bulgaro per commemorare gli eventi del 1891, quando i socialisti guidati da Dimitar Blagoev si radunarono segretamente in quest’area per formare un movimento socialista organizzato, che diede vita al Partito socialdemocratico Bulgaro, predecessore del Partito Comunista Bulgaro.

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Il Partito Comunista fu molto forte in Bulgaria, roccaforte sovietica sin dal 1946, quando Sofia divenne repubblica popolare sotto l’egemonia dell’URSS. E restò rossa fino al 1989. Situato a 12 chilometri dal Passo Shipka e a 51 dalla capitale Sofia, fu usato solamente per otto anni, fino alla caduta del dominio sovietico. Lì i comunisti bulgari si ritrovavano per convegni, incontri e manifestazioni (poteva accoglie facilmente tra le 30mila e le 40mila persone). Venne scelto perché in quella posizione rialzata si ergeva maestoso da ogni punto, trasmettendo una sensazione di forza e potenza. Oggi il monumento non più curato dal governo bulgaro è caduto in disuso ed è attualmente abbandonato e devastato dai vandali.  Alcuni vorrebbero il restauro del mausoleo, diventato comunque un’apprezzata meta per il turismo nazionale, ma il costo sarebbe di almeno 20 milioni di dollari. L’esterno è infatti ricoperto di enormi frasi scritte in cirillico. Nonostante molte lettere di pietra siano cadute, sono ancora leggibili le strofe che Živkov, uno dei leader comunisti bulgari, fece imprimere sul monumento. Una di queste dice: «In piedi, compagni disprezzati! In piedi, schiavi del lavoro! Oppressi e umiliati, alziamoci contro il nemico! Abbattiamo, sì, senza pietà e senza perdono, il vecchio e marcio sistema!».  Nella sala principale resta il soffitto con un’enorme falce e martello, circondata dalla scritta: «Lavoratori di tutto il mondo, unitevi!». Insomma un gigante ricco di storia, ma al momento senza un futuro.

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