In Puglia e Calabria le 5 nuove Bandiere arancioni del Touring Club Italiano

Tutte in Puglia e in Calabria le nuove entrate del 2015 tra le 209 località dell’entroterra selezionate dal Touring Club Italiano TCI. Sono Gerace e Bova, nel parco nazionale di Aspromonte, Specchia e Corigliano d’Otranto in provincia di Lecce e Troia nel foggiano le 5 nuove bandiere arancioni che per il TCI godono di un patrimonio storico, culturale e ambientale di pregio e sanno offrire al turista un’accoglienza di qualità, tutelando il territorio e perseguendo uno sviluppo turistico sostenibile. Il Touring Club da 15 anni seleziona e certifica con la Bandiera arancione i borghi (con meno di 15.000 abitanti) più belli dell’entroterra.

BOVA (Reggio Calabria) – Arroccata a 915 m sull’Aspromonte, è considerata la capitale della Bovesia e della cultura grecanica della Calabria. Il paesino si sviluppa intorno ai resti di un castello normanno. Il nome deriva dal suo essere luogo adatto al ricovero dei buoi: ne rimane traccia nello stemma cittadino, dove il bue è protagonista, accanto alla Madonna col bambino, figura aggiunta in epoca cristiana. A Bova si trova il Museo di paleontologia e scienze naturali dell’Aspromonte. San Leo è il patrono a cui è dedicato un santuario con uno splendido altare maggiore, in marmi rossi e bianchi. Da visitare anche la cattedrale settecentesca, che custodisce una Madonna con Bambino di Rinaldo Bonanno e due statue lignee di scuola napoletana dell’800. A tavola i protagonisti qui sono i salumi (salsiccia, soppressata e capicollo) e i formaggi (ovini, caprini e pecorini). Tipico piatto è la lestopitta, una frittella di farina e acqua, fritta nell’olio. Il tutto, da accompagnare con il vino tipico della zona, la IGT Palizzi. Nella foto, la locomotiva a vapore, all’ingresso del paese, in ricordo dei tanti Bovesi che lavorarono come ferrovieri.

Bova

CORIGLIANO D’OTRANTO (Lecce) – È uno dei più noti centri della Grecia Salentina, un’isola linguistica di nove comuni in cui si parla il griko, un antico idioma di origine greca. Sbagliato pensare che il nome derivi da “cuore” (immagine comunque presente nello stemma): molto più probabilmente, l’origine è il termine greco choríon, che significa “villaggio”, “podere”. Il centro è dominato dal medievale castello de’ Monti (nella foto), caratterizzato da quattro possenti torrioni angolari e una splendida facciata barocca. Da non perdere a Corigliano, l’arco Lucchetti, dai fitti intagli d’ispirazione bizantina, classica e islamica. Un mix che racchiude la storia di queste terre. A tavola da provare il tartufo bianco di Corigliano e la popaneddha, una sorta di cetriolo dolce solitamente consumato nei mesi estivi come semplice frutto o come ingrediente di fresche insalate. Nella foto, particolare della Chiesa della Madonna addolorata.

Corigliano

SPECCHIA (Lecce) – Nel cuore della zona collinare delle Serre Salentine, è immerso tra estesi uliveti punteggiati dalle tipiche costruzioni rurali delle pajare. Nel centro dell’abitato si trovano il Castello Risolo (nella foto), settecentesca dimora signorile che conserva parti risalenti al XVI secolo, e la parrocchiale, originaria del 1605 ma rifatta nel ‘700. Da visitare anche il convento dei Francescani Neri e i frantoi ipogei. Il nome Specchia deriva dal latino specula, luogo artificiosamente sollevato. Le specchie erano cumuli di pietra a forma conica che i Messapi utilizzavano come punto di avvistamento e difesa. Qui il re indiscusso è l’olio extravergine d’oliva, ottenuto dalla spremitura a freddo delle olive Salentina. Ha un colore giallo verde con riflessi dorati, un profumo e un aroma fruttato che ricordano l’oliva fresca. I frantoi ipogei diffusi nel territorio sono la testimonianza storica dell’enorme produzione dell’olio d’oliva che questa cittadina vantava nei secoli precedenti.

Specchie

TROIA (Foggia) – È un incantevole borgo sulle pendici del Subappennino Dauno, a ridosso del Tavoliere delle Puglie. La leggenda vuole che sia stato fondato dall’eroe greco Diomede che, insieme a Ulisse, conquistò la città di Troia dell’Asia Minore. Dell’illustre passato di Troia come importantissima sede vescovile nell’XI secolo rimane la cattedrale, (anno di fondazione 1093), tra le più belle chiese in stile romanico pugliese, con il suo rosone ad undici raggi, unico al mondo. Da visitare anche il museo del Tesoro della Cattedrale, il Museo diocesano e la chiesa di S. Basilio. Da non perdere, il vino DOC Nero di Troia, di color rosso rubino e corposo, servito nelle enoteche, nei bar e nei ristoranti del paese. Pregiato anche l’olio: qui la cultivar maggiormente presente è l’Ogliarola Troiana, che dà oli dolci a bassissima acidità con un sapore fruttato di mandorla.

Troia

GERACE (Reggio Calabria) – Città nobile e austera, si erge su una rupe a 470 metri, con vista su gran parte della Locride, spaziando tra uliveti e fiumare. Fu un borgo molto ricco e potente sotto i Normanni, tanto da contare 79 chiese, 12 conventi e 8 monasteri. Oggi, di quel passato glorioso, Gerace conserva il sapore medievale, scorci di grande suggestione e gioielli architettonici come la Cattedrale, la più vasta chiesa di tutta la Calabria. Meritano una visita anche i resti del Castello normanno. Tra le delizie enogastronomiche, tutte legate alla tradizione contadina, la pasta filata a mano con melanzane “mbuttunate”, condite con l’olio dell’oliva grossa, prodotto tipico di Gerace, così come il Greco, vino dolce e liquoroso, che veniva offerto sin dai tempi dei Greci con miele e fichi in segno di ospitalità.

Gerace

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