Alla scoperta dei segreti di Firenze

Ecco alcuni segreti di Firenze che probabilmente non sapevate:

Sasso di Dante. In Piazza del Duomo sul lato di via dello Studio esiste una targa in marmo in ricordo del “sasso di Dante”? Si dice che negli ultimi anni della vita fiorentina di Dante Alighieri egli fosse solito sedersi su un masso per assistere alla costruzione del Duomo. Laddove una volta era quel masso, adesso c’è una scritta nel marmo che lo ricorda. Si racconta inoltre che una mattina un suo conoscente gli abbia chiesto, mentre era seduto su quel sasso: “Icché ti piace di più?” e che il sommo poeta gli abbia risposto: “L’ovo!”. Un anno dopo lo stesso conoscente lo reincontrò e gli chiese dal nulla “Co’ icché?” ed il poeta rispose “Co’ i’ sale!”. Dante Alighieri possedeva infatti una memoria infallibile.

Sasso di Dante

La finestra sempre aperta. Siamo a Palazzo Budini Gattai (che una volta si chiamava Palazzo Grifoni) in via de’ Servi 51, qui c’è una finestra che non ha mai la persiana chiusa. Più precisamente la finestra più in alto a destra. Si racconta che in età medievale una ricca signora che abitava là avesse dovuto salutare il marito che era partito per la guerra. Del marito non si seppe più niente, ma la signora aveva continuato ad attenderlo, certa che un giorno, da quella finestra, lo avrebbe visto spuntare di nuovo. Quella ricca signora morì attendendo il marito che non era mai tornato. Alla morte della signora la casa fu sistemata, ma quando provarono a chiudere la finestra successe un finimondo all’interno della stanza e molte mobilie andarono quasi distrutte. La tormenta si fermò solo quando la finestra fu riaperta. Da quel giorno quella finestra non è più stata chiusa…

Palazzo Budini Gattai

Lo scultore strangolato. Santa Maria del Fiore è la quinta chiesa più grande della cristianità europea, ha la più grande cupola in muratura mai costruita e può contenere fino a 3.000 persone. Giuseppe Cassioli fu un pittore e scultore nato nella seconda metà dell’Ottocento a Firenze e lavorò al Duomo. Questo artista premiato e affermato ha solo una macchia: la porta destra della facciata di Santa Maria del Fiore. Le cronache ci raccontano di un’opera lunga, sofferta e criticata. Cassioli per poco non cadde in miseria. Tant’è che l’artista ritrasse la sua testa cinta alla gola da una serpe che lo soffocava!

Santa Maria del Fiore

L’angelo disubbidiente. Sul Duomo ci sono numerose cornici. Nel portone a destra, ad altezza degli occhi, un essere celeste ci fa il gesto dell’ombrello. Le interpretazioni sono tante ma una delle più fantasiose viene dallo scrittore David Lewitt. L’americano, autore di “Florence, a delicate case” sostiene che il gesto avrebbe un significato nascosto, cioè, sarebbe l’angelo dei sodomiti. Altri sostengono che invece l’essere divino sia “intrappolato” nell’oppressiva formella. Forse, più semplicemente, qualche apprendista di bottega avrà sbagliato nella prospettiva.

Angelo

Lo gnomone. L’astronomia ha sempre avuto a che fare con l’architettura. A Santa Maria del Fiore, all’altezza di 90 metri c’è un foro detto “gnomone” che ha reso possibili molte scoperte, tra le quali due veramente importanti. L’astronomo Toscanelli riuscì a stabilire il solstizio esatto, cioè il periodo dell’anno dove il sole è più alto. Così, dopo più di 60 anni, si riuscì a convincere papa Gregorio XII ad allineare le date solari con quella ufficiale, creando il famoso calendario gregoriano. Mentre nel ‘700 c’era un dubbio che assillava gli astronomi: l’inclinazione dell’asse terrestre si modificava col tempo? Leonardo Ximenes riuscì a dare una risposta. Confrontando i dati del 1510 con i suoi, e ripetendo l’esperimento per vari anni riuscì a calcolare l’oscillazione dell’asse terrestre identico a quello di oggi. Fu sempre lui a tracciare la linea meridiana in bronzo sul pavimento della Cappella, dove c’è anche il disco di Toscanelli.

Gnomone

Le palle dei Medici. All’inizio i Medici avevano undici palle rosse in campo d’oro (la storia malignamente dice che fossero pillole medicinali ma tale versione pare un’invenzione della corte francese del XVI sec. per dileggiare la regina Caterina dè Medici); in seguito, sotto Cosimo il Vecchio (1384-1464), le palle diventano otto e scendono a sette sotto il governo di suo figlio Piero il Gottoso, che ne volle sei disposte a triangolo ed una azzurra al centro, dipinta con i gigli di Francia, privilegio accordatogli dal re Luigi XI per la sua opera diplomatica). Sotto Lorenzo il Magnifico (1449-1492) le palle sono sei, di cui quella azzurra trasportata superiormente; Cosimo I (1519-1574), fondatore della dinastia di Granduchi, le dispone a ovale e tali rimarranno.

Medici

Il cortile di Palazzo Pitti ha le dimensioni di Palazzo Strozzi. Quando nel 1440 Luca Pitti commissionò la costruzione del suo Palazzo (che fu iniziato dal Brunelleschi e terminato dall’Ammannati), decise di sfidare le due famiglie rivali costruendo un palazzo il cui cortile potesse contenere l’intero Palazzo Strozzi e le cui finestre fossero delle dimensioni del portone di Palazzo Medici. I Pitti finirono in rovina anche grazie alla costruzione dell’enorme Palazzo. Nel 1550 fu acquistato da Cosimo I de’Medici per farne la residenza principale di famiglia, e tutti gli stemmi della famiglia Pitti furono rimossi.

Pitti

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