Visita e segreti dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci

L’Ultima Cena è un dipinto famosissimo di Leonardo da Vinci, databile al 1494-1498 e conservato nell’ex-refettorio rinascimentale del convento adiacente al santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. Si tratta della più famosa rappresentazione dell’Ultima Cena, capolavoro di Leonardo e del Rinascimento italiano in generale, fu eseguito per il suo patrono, il duca di Milano Ludovico Sforza e rappresenta la scena dell’ultima cena di Gesù; il dipinto si basa sul Vangelo di Giovanni 13:21, nel quale Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi discepoli. Nel 2013 è stato il dodicesimo sito statale italiano più visitato. Come i più grandi capolavori dell’arte mondiale oltre che di straordinaria bellezza, questo quadro nasconde segreti e codici. Il dipinto è stato bersaglio di molte speculazioni, di solito centrate intorno a messaggi o suggerimenti presunti trovati all’interno del quadro. La figura stessa di Leonardo è insolita come il fatto che l’artista scrivesse tutti i suoi trattati ed appunti al contrario (da destra verso sinistra) e quindi, per leggerli, fosse necessario porli davanti ad uno specchio. Altra stranezza per l’epoca, il fatto che fosse vegetariano. Si dice che il suo amore per gli animali fosse tale da spingerlo ad acquistare le galline e gli uccelli in vendita nei mercati per poi dare loro la libertà. Circa l’Ultima cena e la lentezza dell’artista si narra che il Priore, stanco per i lunghi tempi di attesa, fosse andato a lamentarsi dallo stesso Leonardo. Lui rispose che il vero problema era nella difficoltà di trovare un modello per il personaggio di Giuda e chiese al Priore la sua disponibilità nell’impersonare la figura del traditore di Cristo. Il Priore si zittì e si narra che da quel momento non fece più pressione sui ritardi dell’artista. L’innovazione nel dipinto fu nel rappresentare gli apostoli a gruppi di tre e non ordinatamente disposti in fila come era tradizione fino a quel momento. I piedi di Gesù non ci sono più perché negli anni è stata fatta una porta, ma dalle bozze erano incrociati come nel dipinto davanti raffigurante la crocifissione.

Ultima Cena

A seguito del romanzo Il Codice da Vinci di Dan Brown e delle sue teorie sui simboli nascosti all’interno del dipinto, si sono scritte decine di libri e saggi sull’argomento. Brown afferma che Maria Maddalena non fosse una prostituta, ma la compagna di Gesù Cristo. Da lui ebbe un figlio dalla cui discendenza proviene l’antica stirpe dei Merovingi. Questa verità fu custodita per millenni da una società segreta, il Priorato di Sion, tra i cui membri e Gran Maestri (elencati in un documento chiamato Dossier Secrets ritrovato casualmente nel 1966 nella Biblioteca Nazionale Francese) si trovavano personaggi illustri come Sandro Botticelli, Isaac Newton e naturalmente lo stesso Leonardo da Vinci. Leonardo ‘codificò’ questo segreto in alcune sue opere tra le quali spiccherebbe per simbologie, un messaggio occultato proprio nell’Ultima cena. Sempre secondo Brown, per quanto il calice col quale bevve Gesù, il Santo Graal, non compaia nel dipinto, sia stato in realtà chiaramente rappresentato da Leonardo. Il Santo Graal infatti non sarebbe in realtà un oggetto fisico come una coppa od un calice, ma la storpiatura del termine ‘Sang Real’ (sangue reale) e quindi Maria Maddalena, la sua compagna e portatrice di un figlio dal sangue reale. Di primo acchito si potrebbe restare sorpresi in quanto nel dipinto sono rappresentati solo i dodici apostoli, ma lo scrittore fa notare che san Giovanni ha tratti del volto estremamente femminili, i colori dei suoi abiti sono speculari a quelli di Gesù e tra le due figure c’è uno spazio a forma di V che rappresenterebbe un ‘calice’ od il simbolo del ‘femminino sacro’. Quindi il san Giovanni rappresentato da Leonardo sarebbe in realtà Maria Maddalena. Il contorno delle due figure disegna poi una M. Il simbolo della Maddalena La M è l’iniziale dei due nomi: Maria e Maddalena. La donna di Gesù sarebbe quindi indicata quasi per nome. Lo scrittore ci dice poi che Pietro fa uno strano gesto, simula di tagliare la gola a Giovanni-Maddalena, con una mano nasconde un pugnale. In codice vuol dire che la chiesa cattolica, incentrata sugli uomini, Pietro in primis, nasconderà il segreto del Graal-donna per non consegnare il rito alle disdicevoli mani di sacerdotesse-femmine. Il cristianesimo sarebbe dunque la negazione dell’antico culto del femminino sacro, della Maya, Magna Mater presente in numerosissime altre religioni. Il cristianesimo sarebbe religione di padri e figli rigorosamente maschi.

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Slavisa Pesci, un tecnologo informatico, ha creato un interessante effetto visivo sovrapponendo una versione semitrasparente e rispecchiata del dipinto sopra l’originale. Il risultato è che le due figure che sembrano dei Templari appaiono a entrambe le estremità del tavolo, mentre qualcuno che è probabilmente in possesso di un neonato si trova a sinistra.

Gesù Giovanni Maria Pala, un musicista italiano, ha anche indicato che le posizioni delle mani e delle pagnotte di pane possono essere interpretate come note su un pentagramma, e se lette da destra a sinistra, come è caratteristica della scrittura di Leonardo, formano una composizione musicale.

Sabrina Sforza Galitzia, un ricercatrice del Vaticano, ha affermato di aver decifrato il “matematico e astrologico “puzzle di Leonardo ne “L’Ultima Cena”. Ha detto che Leonardo aveva previsto la fine del mondo in un “diluvio universale” che inizierà il 21 marzo 4006 e si concluderà il 1 novembre dello stesso anno. Il fatto che la signora situi la fine del mondo nel 4006 ce la rende immediatamente simpatica: una tale data la assolve da ogni sospetto o onere di prova. Il problema è l’assenza della pur minima prova delle sue affermazioni. Qui vi segnaliamo l’articolo apparso su Panorama.

Abbiamo infine la tesi espressa in “Magia e astrologia nel cenacolo di Leonardo” del Prof. Franco Berdini. Il cenacolo sarebbe un’opera di assoluta perfezione non soltanto prospettica e genericamente “matematica” per via della simmetria. I dodici apostoli rappresenterebbero i segni zodiacali: partendo da sinistra (Leonardo scriveva da destra a sinistra) essi incarnano la successione ordinata dei segni zodiacali, dall’ariete ai pesci, come si vede nella illustrazione del libro di Berdini. Gli apostoli-segni sono disposti a gruppi di tre, a formare quattro nuclei, che simboleggiano non solo le stagioni, ma i quattro elementi (aria, acqua, terra e fuoco). La dimostrazione della sua tesi avviene attraverso l’analisi della gestualità o di alcuni particolari fisiognomici degli apostoli collegata allo schema astrale con cui Ipparco aveva simboleggiato le costellazioni, la cosiddetta “barra di Ipparco”. Simone, simbolo dell’ Ariete, ha il profilo di una barba caprina estremamente caratterizzante e molto simile alla stilizzazione zodiacale. Taddeo, il Toro, ha una fisionomia del volto che richiama la raffigurazione del toro di Ipparco e del grafico zodiacale nel naso, nella bocca, nella gola, nella posizione e perfino nella maggiore lucentezza della sua stella, Hyades. Matteo richiama del segno dei Gemelli la motilità mercuriale, il gesto veloce, la dialettica, simboleggiando la terza casa, quella delle capacità oratorie. Filippo riproduce in maniera evidente le chele del Granchio. Giacomo maggiore si protende sulla tavola allargando le braccia, ma suggerisce il simbolo leonino del grafico di Ipparco, zampe in avanti, parallele, dominio incontrastato, solarità. Sconvolgente è poi Tommaso: il gesto che secondo Goethe era “toccarsi la fronte” ai indicare la pazzia del traditore, o che secondo gli storici dell’arte potrebbe essere un gesto iconografico preciso poi ripetuto dallo stesso Leonardo nel Battista, o che secondo l’ortodossia sarebbe il “dito” che l’incredulo Tommaso metterà nel costato, diventa in Berdini il segno caratterizzante della Vergine nella simbologia tradizionale, comprovata dallo zodiaco del Duhrer in Immagini del globo terrestre, dove la Virgo ha lo stesso gesto del dito alzato. Berdini non entra nel merito dei tratti femminili di Giovanni, ma nota in maniera meticolosa gli elementi che lo assimilano al segno della Bilancia, la testa inclinata perfettamente come uno dei piatti. Arriviamo a Giuda. Il gesto raffigura la coda dello Scorpione aperta a pungere: pollice e indice formano il gesto di una morsa, la “coda” è distesa sulla tovaglia bianca, quasi a strappare un primo piano. Pietro è animoso, agitato, temperamento sanguigno, rappresenta l’elemento fuoco: la mano che secondo Dan Brown minaccia la Maddalena col gesto di tagliarle il collo è una vera e propria riproduzione, invece, della mano del Sagittario che trova il suo prolungamento nella freccia. Andrea, l’apostolo dell’epiclesi, in realtà con quel gesto simboleggia una tipologia caratteriale ben precisa: carattere chiuso, espressione dolente, le mani aperte rappresentano il distacco, la religiosità filosofica e la preghiera isolata, caratteristiche tradizionalmente attribuite al “tipo umano” Capricorno. Giacomo minore, l’Acquario, protende amichevolmente le mani verso Giovanni, a indicare socialità e il passaggio di poteri carismatici. Bartolomeo, infine, ha una lunga sciarpa che richiama la corda che lega i due segni dei pesci nello zodiaco grafico di Ipparco. Inoltre è l’unico apostolo in piedi, proprio come, nella stessa tabella, uno dei due pesci è raffigurato dritto rispetto all’altro. Per completezza segnaliamo questo articolo.

Zodiaco

I biglietti per la visita si acquistano online sul sito vivaticket. La prenotazione è obbligatoria e il biglietto intero costa Euro 6,50. Consigliamo di prenotare il giorno in cui aprono le prenotazione per il mese altrimenti è molto difficile trovare posto perché le disponibilità si esauriscono rapidamente.

Potete trovare maggiori informazioni sull’Italia leggendo i Diari di Viaggio pubblicati su Surus!

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