San Maurizio, la cappella Sistina di Milano

Siamo a Milano a metà strada tra il Duomo (ma anche il Castello Sforzesco) e la basilica di sant’Ambrogio, è qui che si trova la chiesa di San Maurizio al monastero maggiore, in corso Magenta, conosciuta anche come la “Cappella Sistina” di Milano. Trenta anni di lavoro e una sponsorizzazione da circa 4 milioni di euro per terminare il restauro di 4mila metri quadri di affreschi. Era il 1985 quando un’anonima amante della musica fece la prima donazione, che diede il via ai lavori di recupero dei dipinti; solo dal 1997 però, grazie al sostegno della Banca popolare di Milano, il restauro ha avuto una programmazione organica, partendo dalle cappelle del coro per arrivare alla facciata. “Sei presidenti da allora sono passati – dice Piero Giarda della Bpm – ma la decisione di adottare la chiesa di San Maurizio al monastero maggiore non è mai stata messa in discussione“.

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La chiesa, la cui prima pietra fu posata nel 1503, è una galleria di ritratti milanesi del Cinquecento riconducibili in buona parte a Bernardino Luini e alla sua scuola; fino a pochi anni fa ospitava il più importante monastero dell’ordine delle benedettine della città. La sua unicità sta nell’estensione della superficie dipinta, dalle pareti affrescate fino alla volta, che richiama le decorazioni del Duomo di Milano. “Nel 1985, quando iniziammo i lavori, la chiesa era in uno stato di degrado assoluto“, racconta Paola Zanolini, che ha guidato il restauro. “L’operazione di pulitura – aggiunge – è stata di gran lunga la più difficile, perché le croste nere che coprivano i colori brillanti caratteristici della pittura lombarda del Cinquecento poggiavano su una pittura molto fragile. Altrettanto impegnativa è stata la bonifica dai sali dovuti alle infiltrazioni di acqua“. Negli ultimi nove anni la chiesa ha visto crescere costantemente i suoi visitatori, solo lo scorso anno sono stati 150 mila e, dal 2005 a oggi, circa 945 mila. L’ingresso è gratuito.

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