Le grandi mostre 2015 a Ferrara, Bergamo, Genova, Padova e Rovigo

«La Rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí», a Palazzo dei Diamanti di Ferrara (19 aprile – 19 luglio 2015), evoca la fioritura che, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, ha cambiato radicalmente il volto della città. Da Picasso a Lluís Domènech e Gaudí, passando per Ramon Casas, Santiago Rusiñol, Hermenegildo Anglada Camarasa, un ritratto d’epoca. Curiosità: «rosa di fuoco» è il nome in codice attribuito all’epoca a Barcellona dai circoli anarchici internazionali.

Ferrara

Bergamo rende omaggio a Palma il Vecchio con una mostra («Palma il Vecchio, lo sguardo della bellezza») nel suo luogo d’origine, celebrando un protagonista del Rinascimento veneto accanto a Tiziano e dopo Giorgione. Alla GAMeC (13 marzo – 21 giugno 2015), le sue donne languide, le ninfe dallo sguardo enigmatico e quell’ideale estetico che influenzerà decine di artisti.

A Genova (6 marzo – 12 luglio 2015) a Palazzo Ducale si tiene una rassegna dedicata alle opere del gruppo artistico Die Brücke: «Espressionismo tedesco. Da Kirchner a Nolde». Rassegna che ha una storia particolare: il 7 giugno 1905, il collettivo nacque a Dresda grazie all’alleanza tra Ernst Ludwig Kirchner, Erich Heckel, Karl Schmidt Rottluff e Fritz Bleyl, una serie di sensibilità diverse cementate dall’amicizia. L’intento della mostra sarà quello di presentare le diverse anime del movimento espressionista nei primi anni della sua esistenza, un preludio agli orrori che cominciarono dal 1914. Accanto a paesaggi e ritratti compaiono le famose scene urbane di Kirchner, dove la normale vita metropolitana viene riproposta con il filtro della denuncia sociale. E ancora: le linee spezzate, a singhiozzo, di Heckel e il gusto «primitivo» di Pechstein.

Genova

Nel corso della sua lunga vita, Giovanni Fattori (Livorno, 1825 – Firenze, 1908) ha saputo imbastire dialoghi molto affascinanti tra natura e storia, realismo e metafisica. Così «Fattori», la mostra proposta da Palazzo Zabarella di Padova (3 ottobre 2015 – 28 febbraio 2016) ci mette davanti a una pittura che ha ambizioni narrative, come la letteratura verista di Verga o la poesia di Carducci. Oltre il semplice discorso dei Macchiaioli e al di là delle etichette: una verità delle linee e dei significati che seduce. La mostra permetterà di mettere a confronto non solo temi diversi ma anche differenti soluzioni stilistiche che dimostrano l’evoluzione dell’artista nel corso del tempo.

«Il demone della modernità. Pittori visionari all’alba del secolo breve» questo è il titolo della mostra che Palazzo Roverella a Rovigo propone dal 14 febbraio al 14 giugno 2015. L’irrompere della modernità nel mondo tardo Ottocentesco e il suo sfociare nei primi tre decenni del Novecento sono al centro di questo percorso che sfiora l’universo simbolista, quello decadente e le influenze europee nell’arte italiana. Opere di artisti europei e italiani, tra i quali: James Ensor, Paul Klee, Franz Von Stuck, Leo Putz, Odillon Redon, Arnold Böcklin, M. Kostantinas Ciurlionis, Max Klinger.

Rovigo

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