Diego Rivera e Frida Kahlo in mostra a Genova

A Palazzo Ducale di Genova potete visitare fino all’8 Febbraio la mostra dedicata a Frida Kahlo e Diego Rivera, i due più famosi artisti messicani del Novecento, protagonisti di un lungo rapporto sentimentale e artistico. Diego Rivera aveva 42 anni quando nel 1929 sposò (per la prima volta) Frida Kahlo, che ne aveva 22. Lui era già un artista affermato: aveva trascorso sette anni in accademia e viaggiato per altri 14 in tutta Europa per migliorare il proprio stile; lei invece era un’autodidatta. La mostra di Genova  racconta l’evoluzione di entrambi gli artisti, i temi comuni e le influenze reciproche. All’allestimento hanno contribuito anche la pronipote di Frida, Cristina Kahlo, e Juan Coronel Rivera, nipote di Diego, per descrivere anche negli aspetti più personali e meno conosciuti il legame che unì i due artisti. Nella mostra sono esposte più di 130 opere, tra cui molte inedite in Italia.

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Ci sono inoltre 80 fotografie che li ritraggono, scattate tra gli altri da Nickolas Muray – che fu amante di Frida – e l’italiana Tina Modotti, oltre a una serie di video dell’epoca, girati nei momenti di vita quotidiana insieme o mentre lavoravano alle rispettive opere. La sezione dedicata a Diego Rivera raccoglie alcuni dipinti realizzati nei primi decenni del Novecento e ispirati al cubismo e poi al figurativismo, agli affreschi di pittori italiani e ai mosaici paleocristiani e bizantini che osservò nel suo viaggio in Italia. I ritratti di Rivera erano parecchio in voga tra l’alta società messicana: molti sono esposti alla mostra, in particolare quelli di ricche e altolocate signore. I ritratti di Frida Kahlo sono spesso complessi, simbolici ed enigmatici, mentre quelli di Rivera mostrano soprattutto l’eleganza e la raffinatezza dei soggetti. La parte della mostra dedicata a Frida Kahlo raccoglie numerosi dei 140 ritratti che ha realizzato nella sua vita, di cui ben sessanta sono autoritratti. Secondo molti studiosi l’artista si dipingeva continuamente per riflettere su se stessa e per ricevere sostegno e conforto dalla solitudine. Spesso, quando regalava i suoi quadri li accompagnava dalla frase: “Ti dono questa immagine in modo che non mi dimentichi”.

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